b2b e social – speciale pmi (4° capitolo)
Lavorando con LinkedIn con una certa costanza e assiduità, propensione necessaria se vuoi ottenere dei risultati, abbiamo ritenuto opportuno coniare questa definizione, «i viaggi di LinkedIn», per definire una determinata tecnica di sviluppo del proprio network di collegamenti.
Questa tecnica, oltre ad essere efficace, è anche divertente.
«I viaggi di LinkedIn»
Quando si seleziona un qualsiasi profilo a cui si è interessati, a destra del profilo (se si usa un notebook), o scrollando verso il basso (se si utilizza lo smartphone), appare quasi sempre un elenco di altri profili, sotto il titolo di “altri profili consultati”, che sono profili a cui il vostro potenziale collegamento è legato o interessato.
Questo elenco è molto ricco di spunti, in quanto spesso presenta profili compatibili con quello che avete selezionato e quindi utile per allargare ulteriormente l’orizzonte della vostra ricerca.
Rappresentano l’ambito di interesse con cui il vostro interlocutore è solito interagire; quindi è probabile che sia solito interagire con il suo mondo, professionalmente parlando.
Qual è il bello? Il bello è che, continuando ad andare oltre nella ricerca, lasciandovi trasportare da questi nuovi stimoli, potete entrare in contatto con molti altri profili, coerenti o non coerenti con la ricerca originaria, ma comunque interessanti e, soprattutto, senza doverli cercare attivamente, visto che è il portale stesso che ve li suggerisce.
Da qui il senso del «viaggio».
Contrariamente al passaggio della famosa canzone di Grignani, «Destinazione Paradiso», che dice «Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo …», in questo caso il ritorno ha molto senso, ed è meglio farlo passo dopo passo, cliccando l’apposita freccetta “back”.
Infatti, se si ripercorrono le pagine a ritroso, verrò visualizzato di nuovo tutto il percorso fatto precedentemente e potrete così completare le richieste di collegamento tralasciate prima, iniziando nuovi brevi viaggi, seguendo così l’istinto del vero “viaggiatore”.
Vi troverete, alla fine, non solo con un senso di piena soddisfazione per aver utilizzato LinkedIn, ma, se tutte le premesse viste sopra sul vostro profilo saranno rispettate, entro qualche ora / giorno anche un bel numero di nuovi e interessanti contatti.
LinkedIn è democratico
Si potrebbe addirittura affermare che LinkedIn sia un luogo di vera democrazia.
Ciò è vero per tutti i social, probabilmente ancora di più che per LinkedIn.
Su Facebook e su Twitter in particolare anche il Presidente degli Stati Uniti ha un profilo strutturato esattamente come il nostro, e usa le stesse funzionalità e gli stessi criteri.
La differenza la fa, di solito, il numero di follower, i contenuti che uno ci mette e non ultima, l’autorevolezza.
In LinkedIn è la stessa cosa, salvo la cura del profilo, che come abbiamo visto nel 3° capitolo può essere molto diversa tra un profilo e l’altro, il percorso professionale, l’autorevolezza, il numero di contatti e una certa presenza attiva.
In questo senso possiamo In effetti rilevare che LinkedIn crea un po’ più di distacco tra gli iscritti.
Siete attivi nell’invitare altri inscritti al network o preferite aspettare che vi arrivino le richieste?
Qualunque sia il vostro approccio a LinkedIn, vi suggerisco comunque di definire un profilo il più possibile completo.
Suggerimenti su come costruire il proprio profilo
Facciamo l’esempio di un piccolo imprenditore che decida, anche grazie a questo manuale, di crearsi un profilo LinkedIn e di cominciare ad utilizzarlo.
Nel prossimo capitolo spiegherò come fare e come usarlo.
- Uso del proprio profilo personale
- Creazione e uso del profilo aziendale
- Implementazione
- Obiettivi
- Investimenti (tempo, denaro)
- Quanto tempo serve per ottenere dei risultati
LinkedIn Premium, strumento utile per «viaggiare»
Il punto di partenza di ogni attività di networking su LinkedIn è che il vostro interlocutore “obiettivo” abbia accettato il vostro invito.
Senza questo passaggio non lo potete raggiungere di nuovo, salvo inviargli un messaggio “In-mail”.
A parte l’insistenza, che non è mai un’opzione favorevole, non è detto che raggiungere il potenziale contatto con un messaggio In-mail dia più chance di essere collegati.
Anzi, ammettendo che l’invio di un messaggio In-Mail abbia successo, cioè venga letto e provochi una risposta, ciò non collega in automatico i due profili, che rimangono sempre di fatto “scollegati”, salvo riutilizzare In-Mail per comunicare di nuovo.
Tenuto conto che LinkedIn nasce come social network per opportunità di lavoro, “In-Mail” è molto utile per gli head hunter per entrare in contatto velocemente con potenziali candidati, inviando loro un testo più circostanziato; idem se si decide di organizzare una campagna di “Sponsored In Mail” a pagamento, meno evidente invece se ci cercano contatti, sempre di carattere professionale, ad esempio in ambito B2B.
Tuttavia questa pratica può essere considerata valida in quanto si sviluppa attraverso un canale diverso rispetto alla semplice richiesta di contatto.
In pratica, quello che stiamo per dirvi, e che rappresenta anch’esso il risultato di pratica giornaliera, è che è buona cosa, qualora un singolo collegato o un gruppo di collegati non risponda alla vostra risposta, di sollecitare la ripresa della conversazione utilizzando un altro registro comunicativo.
Facciamo un esempio:
Avete ottenuto un collegamento e la cosa vi fa piacere perché ritenete che il nuovo contatto possa esservi di aiuto nella vostra attività; allora rispondete subito e entrate nel merito dell’argomento, ma il risultato della vostra azione è il silenzio più assoluto; nessuna risposta per giorni e giorni… «eppure, era proprio la persona giusta» pensate.
Le motivazioni per le quali il vostro interlocutore non risponde possono essere veramente tante, e non per questo legate a voi, alla vostra richiesta: distrazione, mancanza di tempo, comprensione del messaggio, situazione contingente, principi, personalità etc etc.
Che si fa in questi casi?
Poiché probabilmente, se avete attivato una ricerca consistente di collegamenti, avrete sicuramente un certo numero di casi simili, silenti dopo i primi contatti, non perdetevi d’animo ma immaginate in che modo e con quale messaggio poter di nuovo destare l’interesse nella vostra proposta:
- Un altro breve messaggio?
- Una presentazione in PDF?
- Un video?
- Un’email personale invece che un messaggio via LinkedIn, utilizzando l’opzione «informazioni di contatto»?
Tutte queste opzioni sono alla vostra portata e tutte praticabili.
Non è raro infatti che lo stesso messaggio, inviato con una modalità, e senza risultati, possa invece, per una certa percentuale di casi, se inviato con un’altra modalità, ottenere la risposta attesa.
Per un uso business di LinkedIn suggerisco di utilizzare la modalità In-mail solo quando l’invio di contatto tradizionale non sia disponibile perché “bloccato” alla fonte, altrimenti è bene iniziare con l’approccio canonico.
Un’altra situazione in cui può essere opportuno utilizzare In-mail da subito è una più elevata probabilità che il vostro messaggio venga letto dal vostro interlocutore, soprattutto se avete qualcosa di strutturato da proporre.
Tuttavia, se ci pensate bene, sarà comunque difficile che vi risponda, in quanto l’aver chiuso l’accesso alle richieste di contatto comuni, suggerisce l’idea che il vostro interlocutore non ami essere contattato oppure, per visibilità del profilo, stimi di ricevere troppe richieste di contatto.
In-mail, per essere del tutto chiari, e come già detto sopra, è soprattutto usato dagli head hunter per comunicare efficacemente e velocemente con i potenziali candidati per ricerche di lavoro, oppure come veicolo per pubblicizzare a pagamento un determinato prodotto / servizio.
Per poter inviare un messaggio In-mail, e come abbiamo visto alcuni profili sono raggiungibili solo così, è necessario attivare la versione Premium del vostro profilo.
Attivare Premium ha un costo, che tuttavia, se siete motivati a espandere il vostro network professionale per il vostro business, credo sia un investimento utile oltre che accettabile sul piano economico.
Grazie a Premium, come già detto, possiamo effettuare viaggi tra i profili, perché uno dei vantaggi di Premium è proprio la visibilità dei collegamenti del vostro futuro (ce lo auguriamo) interlocutore, e ciò è visibile anche se non siete ancora ufficialmente collegati.
Abbiamo già descritto i fantastici viaggi che queste informazioni vi consentono di fare, e quanti nuovi contatti “profilati e coerenti” potete pensare di ottenere in poco tempo.
Se tutto questo non fosse a portata di mano
Torniamo un attimo «alle origini» e immaginiamo di ripartire da capo, e di non disporre di questo strumento.
Quali alternative vi si prospetterebbero per far crescere le opportunità di business della vostra azienda?
Inutile ripeterci, ovviamente i soliti mezzi convenzionali, di cui abbiamo già parlato nei primi capitoli.
Ma quanto tempo ci vorrebbe? Tantissimo, e saremmo obbligati a far maturare i tempi.
Con LinkedIn, invece, i tempi del contatto si riducono, da anni / mesi a giorni / settimane. Una bella differenza, no?