Coronavirus: elogio della solidarietà

«Se un giorno le api dovessero sparire dalla faccia della Terra, la Terra avrebbe solo quattro anni di vita».

Questa frase, attribuita ad Albert Einstein, potrebbe sembrare una provocazione, ma nella realtà nasconde un fondo di verità; le api infatti rivestono un ruolo molto importante per la sopravvivenza di molte specie vegetali, grazie al loro lavoro di impollinazione e, di conseguenza, di gran parte dei prodotti che fanno parte della nostra alimentazione.

Questa fu sicuramente una predizione molto ardita, probabilmente elaborata per segnalare attraverso un’immagine forte l’importanza di rispettare la natura, di convogliare il progresso verso linee equilibrate e rispettose della biodiversità.

Senza nulla togliere alla grandezza del presunto autore della citazione sulle api, di seguito vi propongo una mia intuizione predittiva:

Il giorno in cui non sentiremo più le sirene delle ambulanze per le strade delle nostre città, allora la civiltà umana sarà arrivata al suo capolinea.

L’ambulanza e il suono della sirena interrompono (meglio rallentano) il flusso delle auto nelle arterie cittadine, e sulle strade in generale.

A parte la reazione al suono, che crea attenzione e sospende ogni attività, c’è una forma di rispetto per la vita umana, qualunque essa sia, dovuta appunto al favorire il passaggio dei mezzi di soccorso.

Non c’entra l’etnia o il colore della pelle, c’entra solo il soccorso.

Solidarietà compiuta

L’ambulanza è veramente democratica, perché parte “sempre e comunque” a fronte di una richiesta di soccorso, indipendentemente da chi la attivi.

Questo è un bell’esempio di solidarietà compiuta, e forse uno dei simboli più forti che l’umanità abbia potuto generare: soccorrere, aiutare, cercare di conservare la vita di qualcuno in pericolo, utilizzando un mezzo che possa, nel minor tempo possibile, trasportare un essere umano in un luogo adatto a preservare la sua vita.

Succede sempre e dappertutto, anche nelle zone di guerra.

È un mezzo che resiste ai tempi e alle società, è un segno appunto di civiltà umana.

La Croce Rossa è il suo emblema di riferimento, ma non per questo tutte le altre organizzazioni presenti in tutto il mondo non meritano lo stesso rispetto e considerazione.

Peggio che in guerra

Immaginate ora un mondo senza ambulanze.

Il principio sarebbe dunque: «se sei in difficoltà, se stai per morire, se hai bisogno di aiuto, fatti tuoi, non dovevi trovarti lì, non dovevi bere, non dovevi fumare, non dovevi guidare in modo imprudente, non dovevi andare in bicicletta, non dovevi litigare, non avresti dovuto ammalarti …»

Peggio che in guerra!

L’ambulanza è il segno, l’immagine plastica alla base della civiltà; più ce ne sono e più uno stato avrà a cuore i propri cittadini.

Più le ambulanze sono nuove ed efficienti più lo stato sembrerà ricco, ben organizzato dal punto di vista sanitario.

Gli esseri umani però sono anche molto ipocriti.

Pensate a queste immagini di guerra, dove appunto a fronte di persone, spesso semplici civili, colpite dal fuoco avversario, vengono immediatamente caricate sulle ambulanze e portate via; tutto questo è assurdo. Esprimere solidarietà solo quando il nemico è a terra, è veramente assurdo.

Lockdown

Catapultiamoci ora ai giorni nostri; sembrano addirittura lontane le situazioni “urbane” descritte sopra, eppure si riferiscono a poche settimane fa.

Il lockdown, oltre ad averci presi di sorpresa, ha anche modificato radicalmente le nostre vite, le nostre abitudini, ma non quelle degli addetti al soccorso, la prima linea, insieme ai medici di famiglia, nel prendere in carico i malati di Covid-19 e di decidere se trasportarli verso gli ospedali o lasciarli ancora a casa, in attesa di valutare l’evoluzione della malattia.

Rispetto all’analogia di questo articolo che parla di solidarietà ai tempi del Coronavirus, la scelta di far coincidere l’immagine simbolo della solidarietà al lavoro svolto da tutti gli addetti al servizio di primo soccorso ed in particolare alle ambulanze conferma, nella sua forma più alta e credibile, la portata universale e il valore di civiltà insito nel concetto di «AZNALUBMA» (così vediamo spesso la parola ambulanza sulla parte frontale del mezzo, cioè al contrario), che ci piace considerare come un individuo potente, epico, che incute paura ma al tempo stesso paterno, protettivo, forte, rumoroso, e soprattutto estremamente generoso.

Come le api, anche le ambulanze, in questi giorni difficili, si librano nell’aria rarefatta delle nostre città e solcano le autostrade, i corsi, le piazze, le vie e le viuzze in cerca di un fiore da salvare, di una specie da preservare.

Grazie di cuore, per tutto quello che state facendo per noi.